mercoledì 30 luglio 2014

L'alleato che non ti aspetti



Per chi come me litiga da sempre con un sedere a dir poco "ingombrante", ritrovarselo all'improvviso come alleato è quasi uno choc. Ma è una delle sorprese della gravidanza: negli ultimi otto mesi, i miei fianchi (molto) larghi hanno visto gli sguardi soddisfatti e i sorrisi compiaciuti di dottori, ostetriche e donne anziane: "sembri fatta a posta per avere bambini".

Anche Piccolé ha mostrato di apprezzare e si è fin dall'inizio accomodata in orizzontale in quella culla a due piazze che è il mio bacino. Era sdraiata lì in tutte le ecografie fino a quando non è finita a testa in giù, all'inizio del settimo mese. Poi non ho capito se è cresciuta troppo e non è riuscita più a girarsi o se ha deciso che si era fatta 'na certa (per i non-romani: era tardi, ora di nascere), ma è rimasta così: zampe per aria e testa in basso. Pare che non le vada il sangue alla testa e che non diventerà tutta scema per questo, me lo hanno assicurato.

Un anticipo di questo periodo di gloria del mio sederone era arrivato una decina di anni fa, in Marocco. Ero a Fez, in un hamman fuori mano, dove mi ero avventurata con alcune amiche per provare com'era un "vero" bagno turco. Siamo entrate e abbiamo visto delle vecchie sedute a chiacchierare, a tingersi i capelli e farsi la ceretta a vicenda. La cosa strana è che ci spizzavano (squadravano) come neanche i peggiori coattoni del bazar e poi commentavano tra loro le nostre forme. Ecco, già in quell'occasione, di fronte ai miei fianchi esagerati, trattenevano a stento l'entusiasmo. Avevo pensato: devo ricordarmi di tornare da queste parti quando avrò bisogno di una dose di autostima.



ps La gravidanza procede bene, sono entrata nell'ottavo mese. Da un po' ho un grosso bozzo sulla panza, pensavo fosse la testa di Piccolé e invece l'ultima eco ha svelato il mistero: non è la testa, ma il sederotto. Sembra che non sia sfuggita neanche lei al marchio di famiglia. Povera Piccolé! Posso sempre consigliarle un viaggio in Marocco, quando sarà un po' più grande.







domenica 27 luglio 2014

Mamme mangia-rane alla riscossa



Era facile e non ci avevo pensato. Volevo sapere come far posto alla pupa in una casa dove non ce n'è? Come viaggiare con lei ancora in fasce? Come tornare ad avere una vita sociale, una vita di coppia e un girovita da vespa dopo il parto? Bastava cercare sul web in francese.

Io non sono particolarmente francofila. Ho vissuto a Parigi con la netta sensazione di corteggiarla e di essere respinta. Sono stata bene ma, dopo un anno, ero felice di tornare alla mia Roma. Da allora i parigini mi stanno un po' antipatici. Però devo ammettere che le mamme francesi sono un portento: grazie anche a uno stato sociale che noi ce lo sogniamo, fanno un sacco di figli, lavorano, sono belle, colte, avventurose.

Ho letto qualche tempo fa un articolo che diceva che le donne incinte di tutto il mondo cercano più o meno le stesse cose su Internet. Dalla mia esperienza non è tanto vero (sicuramente è diverso quello che TROVANO su Internet). Cerchi in italiano "viaggiare con figli piccoli" e trovi mamme che scrivono che non è poi impossibile, per esempio loro sono andate in Costa Smeralda con i loro pargoli di... sette anni! Lo cerchi in francese e trovi bebè di cinque mesi che sono stati in viaggio on the road a Cuba, a sette mesi in Thailandia, a 10 mesi in India (e sembrano sopravvissuti).

Allo stesso modo su cibo, sesso e lavoro le francesi sembrano capaci di ottenere quello che vogliono senza fare troppe rinunce. Forse è il caso di scopiazzarle un po', come con i vestiti, ma senza dirlo ad alta voce (mica gli posso dare questa soddisfazione).



ps Qualche dato Eurostat: la Francia è il primo Paese in Europa per fecondità con 2,01 figli per donna (l'Italia si ferma a 1,43, la media Ue è di 1,58) e al tempo stesso ha un tasso di occupazione femminile del 60% (contro il nostro 47,1% e una media Ue del 58,6%). Niente male. Certo, aiuta che i bambini francesi sotto i tre anni che vanno all'asilo nido sono il 46%, quasi il doppio di quelli italiani (26%) e molti di più della media europea (30%).

mercoledì 23 luglio 2014

Nelle Langhe senza rete - Collisioni con Neil Young a Barolo




Avevamo bisogno di staccare la spina. Un monastero tibetano sarebbe stato l'ideale, ma dubito che mi avrebbero ammesso con la mia parlantina e non era proprio facile da raggiungere per solo un paio di giorni. Le Langhe hanno fatto al caso nostro.

La macchina di A. era annegata nell'ultima esondazione del Seveso e da allora non dava segni di vita, i biglietti per il concerto di Neil Young erano esauriti da tempo e il meteo prometteva diluvi, ma abbiamo deciso di prendere in prestito un'auto e partire lo stesso per il festival Collisioni a Barolo.



Rinfrancati e incoraggiati da un'ammucchiata di amici nordici con figli, che sono venuti a salutarci prima della partenza da Varese (e a dimostrarci ancora una volta che c'è una vita dopo la panza), abbiamo preso così la via delle vigne. Un paio d'ore dopo eravamo nel fienile di un agriturismo (Casa Matilda a Dogliani) a mangiare crostata e bere succo di frutta fatto in casa, circondati da vigneti, castelli e leggende. 

Qui i borghi sono a forma di cuore, il vino è una specie di religione e non c'è sentiero che non racconti una storia. Quelle preferite di A. hanno a che fare con i catari, degli eretici dell'anno mille che imperversavano da queste parti (e nei fumetti di Martin Mystere) prima di finire al rogo a Milano.


Anche il festival è stato al di sopra delle aspettative, il primo giorno ci siamo imbattuti per caso in uno spettacolo di Dario Fo, un concerto di Caparezza e uno di Jonatan Coe (sì, lo scrittore). Per il secondo giorno abbiamo trovato i biglietti per Neil Young (amato da A. soprattutto come padre spirituale del solito Eddie Vedder) e siamo finiti, grazie alla mia panza ormai esplosiva, fino a un'area protetta sotto il palco.

A rendere tutto più rilassante ci ha pensato la quasi totale assenza di rete per i cellulari tra i tornanti e le colline. Così siamo riusciti a mettere in pratica, almeno per un paio di giorni, il proposito di essere un po' meno iperconnessi in vista dell'arrivo di Piccolé. Incredibile! Due giorni (quasi) senza smartphone e siamo sopravvissuti, ma ce la siamo vista brutta.                               

La mancanza di segnale telefonico ha aggiunto infatti un lato avventuroso al fine settimana quando, all'una e mezza di notte, dopo il concerto abbiamo rischiato di rimanere impantanati nel campo dove qualche ora prima ci aveva fatto parcheggiare la protezione civile (subito prima di chiuderlo e dichiararlo inagibile perché iniziava a diluviare). Poi abbiamo saputo che in diversi hanno passato la notte in macchina in attesa del carrattrezzi. Noi, in qualche modo, siamo riusciti a uscire dal fango e a tornare nel terzo millennio.
                                 



Ps In alcuni momenti è sembrato davvero di fare un viaggio nel tempo, per esempio a spasso nel borghi di Serralunga e Monforte, deserti il lunedì pomeriggio, o a tavola alla Trattoria della Posta a Monforte, una locanda aperta dal 1875 per rifocillare i viaggiatori e gestita ancora dalla stessa famiglia, i Massolino. Io ho preso una zuppa di zucca e un assaggio di formaggi (buonissimi), A. si è innamorato della carne cruda con il tartufo e dei tagliolini 30 tuorli al ragù (una cosina leggera). Per non parlare del vino della casa... un barolo.

domenica 20 luglio 2014

Insomnia



C'è qualcosa di peggio di doversi svegliare alle 5 e mezza per lavoro, come fa A. di tanto in tanto. Svegliarsi alle 5 e mezza e trovarsi accanto una donna incinta con due occhi (molto) a palla e un miliardo di idee per la testa. Insonne da un'ora e mezza e con voglia di chiacchierare.
A. reagisce grugnendo -Ti preparo la colazione - e si rifugia in cucina. Poi prenota il primo treno per Milano. Da quando mi sveglio prestissimo le sue trasferte a Roma sono stranamente molto più rare e brevi. Ma il dottor Cox, il ginecologo, ha detto che non c'è molto da fare.

- E poi mi capita di svegliarmi alle 4.
- Un po' di insonnia della gravidanza è normale. Ma ti svegli e te ne stai buona e tranquilla o ti svegli e dai fastidio?
- Sto abbastanza tranquilla (dopo che ha suonato la sveglia di A. non vale).
- Bene, se no ti davo qualcosa per dormire.
- Ma non può darmelo lo stesso?
- Meglio di no.
Come stupirsi poi che A. lo adori? Del resto - Lui non c'è? - è la prima cosa che mi chiede il dottore quando mi vede da sola.

Dalle 4-4 e mezza alle 6, quando A. è a Milano, riesco a fare un sacco di cose: 
- mangio uno spuntino (le calorie notturne non contano, si sa),
- scrivo (ora sono le 5.47), 
- sento la musica (ho una playlist apposta, forse la porterò in ospedale), 
- leggo (mai sfruttato così tanto l'abbonamento a Internazionale), 
- studio strategie di arredamento (ancora non ho capito come faremo entrare Piccolé qua dentro)
- programmo viaggi e spostamenti vari (Roma-Milano e molto oltre)
- faccio un po' di pilates (per assurdo ho sospeso la palestra alla fine del settimo mese non per la panza ma perché lavoravo troppo per andarci).
 Poi, verso le 6 mi riaddormento come se niente fosse.



ps Quello prima dell'alba non è un brutto momento della giornata (se non lo scontassi poi con un sonno assassino a partire da mezzogiorno sarebbe anche meglio). E sono convinta che mi sta facendo bene, in vista dell'arrivo di Piccolé, iniziare a "disintossicarmi" dalla mia dipendenza dal sonno.

Fino a pochissimo tempo fa, infatti, mi trasformavo in un orco se non dormivo almeno 7-7 ore e mezza al giorno. Era una delle cose che mi spaventava di più della maternità: la certezza che se non fossi riuscita a riposare sarei stata sicuramente una pessima madre. Adesso invece mi capita di dormire 5-6 ore a notte ed essere rinco, sì, ma non poi così arrabbiata con il mondo.

venerdì 18 luglio 2014

L'importanza di chiamarsi Piripipò



- A che nome devo fare la prenotazione?
- Dangefò.
- Come "non lo so"?
- Non ho detto non lo so, ma Dangefò!
- Ha detto Piripipò?
Finisce sempre che devo fare lo spelling.

Ho un buffo cognome (non proprio Dangefò, ma quasi) e l'accento sulla O è origine di infiniti malintesi e ancora più infiniti sfottò. Per questo mi sono sempre piaciuti i nomi abbastanza classici, per evitare l'effetto fumetto con un cognome come il mio (Temistocle Dangefò? Vive per forza a Paperopoli).

A. ha invece un cognome elegante, musicale e molto diffuso. Ecco che con i miei nomi preferiti, come Arianna o Diana, suona come il protagonista di un romanzo rosa (a quel punto era meglio l'effetto fumetto) e con i nomi più classici diventa comunissimo.

Ci ho messo un po' ad ammettere che rinunciare a dare il mio cognome a Piccolé mi scoccia. Mi piacerebbe che fosse come in Spagna dove i bambini portano i nomi di tutti e due i genitori. Magari poi, quando diventano grandi, potrebbero decidere quale tenere e trasmettere ai loro figli. Ma perché a rinunciare dev'essere sempre la mamma?



Ps Scartabellando sul web ho scoperto che c'è una proposta di legge per consentire di registrare all'anagrafe il cognome di entrambi i genitori, soltanto quello del padre o solo quello della madre. È stata approvata all'unanimità dalla Commissione Giustizia della Camera all'inizio del mese, ma poi i partiti hanno fatto slittare il voto definitivo in aula a data da destinarsi. Non costava niente e, secondo me, era un segno di civiltà. Che occasione sprecata.

martedì 15 luglio 2014

Meno 10 - inizia il conto alla rovescia



In qualche modo siamo arrivati alla 30esima settimana di gravidanza. Meno dieci all'obiettivo. Ultimo mese di lavoro, voglia pazzesca di vacanze. Mi verrebbe da dire "Vengo anch'io!" a ognuno che sento dire "Vado in Puglia... in Sardegna... in Germania... in Turchia... in Islanda... e chi più ne ha più ne metta". Ancora non sappiamo se A. riuscirà a prendere le ferie, quindi c'è un certo rischio di "vacanze a Milano" (come l'anno scorso, non ci voglio nemmeno pensare).

Intanto ho scoperto che siamo in megaritardo per il nido. Quello privato, ovviamente, perché i nati a settembre in quello pubblico li accettano solo dopo un anno. Invece chi nasce tra gennaio e maggio può iscriversi da subito (ma stiamo scherzando?). Anche per il nido privato i posti sono così pochi che per trovarne uno buono e vicino casa avrei dovuto muovermi mesi fa. Ora, tra l'altro, tanti sono chiusi per le vacanze e non so se incaponirmi nella ricerca del nido perfetto o abbandonarmi a un "chi vivrà vedrà" con il rischio di una crisi di ansia omicida a ridosso del mio rientro al lavoro.

Telefonata con asilo molto consigliato moderatamente vicino (3 fermate di metro).
- Quanto ha la bambina?
- Nasce a fine settembre, avremmo bisogno del nido da febbraio.
- Mi dispiace le preiscrizioni sono complete, ma ha buone possibilità che si liberi qualche posto, risentiamoci a settembre.
- Bene, grazie!
- Solo una cosa, la retta è di 430 euro al mese e per tenerle il posto avremmo bisogno comunque che da settembre a febbraio ne paga il 50%.
- Ma sono più di mille euro!
- Infatti, il mio consiglio è di aspettare e cercare direttamente da febbraio, qualcosa prima o poi dovrà pure trovare.

Mi è caduto il telefono dalle mani, quel "qualcosa prima o poi dovrà pure trovare" suonava davvero minaccioso. Ma se spendere metà stipendio perché Piccolé sia in un bel posto quando devo lavorare ha un senso, lasciargliene più del doppio solo per la prenotazione è pura follia. C'è davvero qualcuno disposto a farlo?

domenica 13 luglio 2014

La vendetta della Donna Cocomero


Ormai la mia trasformazione nella Donna Cocomero è quasi completa. Mi sento una via di mezzo tra un panda - vengo indicata per strada ai bambini, mi regalano frutta e caramelle, mi accarezzano la pancia come portafortuna - e una vendicatrice mascherata, pronta a difendere gli oppressi e colpire i cattivi (a furia di panzate, ovvio).

E' strano, da quando sono incinta ho un senso della giustizia (o più esattamente dell'ingiustizia) molto più sviluppato. Vorrei far nascere Piccolé in un posto migliore ed essere io stessa una persona migliore. Solo leggere i giornali ora mi fa montare l'indignazione pagina dopo pagina, e dire che avevo coltivato con tanta fatica un minimo di cinismo! Visti certi ambientini che frequento è una questione di sopravvivenza. 

A peggiorare le cose, papà dalle vacanze (in Sardegna, non a Santiago de Cuba) mi ha mandato la foto di un murales bruttino di Che Guevara con la frase "Soprattutto siate capaci di sentire nel profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque un qualsiasi parte del mondo. E' la qualità più bella di un rivoluzionario". Sembrava un messaggio che arrivava dalla me-stessa quattordicenne.

Attenti, una panzata vi seppellirà.






venerdì 11 luglio 2014

La maledizione dell'autoradio (e non solo)



Sono ricomparsi i ladri di autoradio. Io pensavo che si fossero estinti con la fine degli anni 90, come i walkman e i bagnini di Baywatch, e invece si erano solo distratti un attimo.
Sono tornati più agguerriti che mai: sono riusciti a rubare la radio della macchina di mio papà due volte nella stessa settimana (era stato così efficiente da ricomprarla il giorno dopo il furto) e, poco tempo dopo, anche quella della mia amica con cui ero andata al concerto dei Black keys. 

Ora, se non fosse successo in tre zone diverse di Roma, avrei pensato di avere il mio Lupin personale, come la nuvoletta di Fantozzi. Invece deve essere una nuova offensiva della temibilissima mafia dell'autoradio (pare che le rivendano all'estero, visto che qui ormai costano pochissimo).


O forse c'è un'altra spiegazione: io, per anni, ho avuto una specie di maledizione con i furti, mi hanno rubato di tutto dal cellulare Telit alla macchina fotografica, innumerevoli portafogli e svaligiato casa anche due volte nello stesso anno. Ora sembravo esserne uscita. Non sarà che è una condanna ereditaria e l'ho passata a Piccolé?


ps Avevo appena finito di scrivere queste cose che è rientrato A: "Guarda che ci hanno aperto di nuovo la macchina". Lo sapevo... è la maledizione che colpisce ancora!  Per fortuna il frontalino dell'autoradio stavolta era qui a casa. Ma quanto potremo resistere al sortilegio?

lunedì 7 luglio 2014

Neomamme e lavoro - io speriamo che me la cavo



- Ma ti hanno assunta? -
- Quindi lasci il lavoro, non ti vedremo più.-
- Ci mancherai! Vai a Milano? -
Le reazioni alla panza in un mondo lavoro-centrico come il mio non sono proprio incoraggianti. In tanti danno per scontato che non lavorerò più. Solo una mi ha detto: - Non ti preoccupare, goditi il bambino, tutto il resto in qualche modo si risolve. E poi il tuo capo è un buono, un gattone -. 

Non avrei mai pensato al super boss come a un 'gattone' ma in effetti è stata una della persone che finora mi sono state vicine sul lavoro, e questo fa sperare per il futuro. Anche perché, se mi guardo intorno, non ci sono molti altri segnali positivi.
Per esempio, tra le mie amiche che lavorano...

- Mamma 1- Piccola azienda familiare. Torna al lavoro portando con sé la bimba già a due mesi dal parto. La piccoletta sta con lei fino a quando non inizia a gattonare, diventa una specie di mascotte dell'ufficio, poi va al nido.

- Mamma 2 - Grande azienda italiana. Le scade il contratto dopo che annuncia di essere incinta, gliene fanno uno nuovo per pochi mesi e le dicono già che non lo rinnoveranno. Non rientra in ufficio dopo il parto, si reinventa un nuovo lavoro ma intanto risulta disoccupata e perde il diritto al nido.

- Mamma 3. Importante organizzazione internazionale. Durante la gravidanza riceve una promozione e nuovi incarichi stimolanti e impegnativi. Riprende a lavorare con il bimbo di tre mesi, può farlo da casa ma gli orari sono lunghi. Può permettersi una baby sitter fissa. Le tocca il primo viaggio all'estero mentre ancora sta allattando.

E io? Io speriamo che me la cavo.




Ps Ho dimenticato un'amica svedese, poco più avanti nella gravidanza di me. Lei avrà un anno di congedo retribuito e, a quel punto, il papà prenderà altri sei mesi per stare con il piccolo mentre lei torna al lavoro. 
Invidia nerissima, per tirarmi su ripenso alla battuta di uno dei film più divertenti che ho visto quest'anno In ordine di sparizione (molto pulp... pure troppo). A parlare è un killer norvegese: 
- Pensaci bene, non esiste luogo caldo con un buon welfare. Portogallo, Grecia, Spagna, Italia… tutti posti dove fa bel tempo. Infatti il welfare è pessimo. Sai perché? Dove c’è caldo basta raccogliere una banana -. 
E io che non ci avevo pensato, possiamo sempre cogliere banane!




sabato 5 luglio 2014

Bibidibobidibù - sogni, parti e assemblee



Assemblea o mare, mare o assemblea, questo è il dilemma. Proprio adesso che ne avrei più bisogno il mio spirito sindacale latita. E poi iniziano i saldi, e poi fa caldo. Il nuovo contratto è una porcheria? La mia testa rifiuta di dedicargli più di una decina di secondi, persa in tutti altri pensieri. 

Per esempio, l'altra notte ho sognato che una mia amica ostetrica era una maga: tirava fuori Piccolé dalla mia pancia così ci potevamo giocare. Non tagliava il cordone ombelicale e, dopo un po', la rimettevamo dentro perché doveva finire di prepararsi per nascere davvero. La fata conosceva anche un trucco per vedere dentro la pancia con un foglio di carta come se fosse un'ecografia, funzionava un po' come quando, da piccola, mettevi un disegno sul vetro della finestra per ricalcarlo. Affascinante. 


ps Già che ci sono, provo a rendermi utile. Ancora non è ufficiale, ma presto arriveranno i nuovi voucher per il nido o la baby-sitter. Bisogna fare attenzione perché l'anno scorso l'operazione è passata sotto silenzio e non ha potuto usufruirne quasi nessuno (le beneficiarie sono state meno di 4000). Scrive il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, sull'Unità del 4 luglio: "in tempi brevi saranno effettive queste novità: la madre che rientra al lavoro può richiedere entro il 31 dicembre (senza più dover ricorrere al click day) un contributo da utilizzare per pagare la baby sitter o per l'asilo nido pubblico o privato accreditato; da 300 euro mensili il contributo passa a 600". Speriamo che non sia una bolla di sapone.



giovedì 3 luglio 2014

Ti presento il mare



Sono nel mezzo di una settimana infinita tra tanto lavoro, visite mediche e un'overdose di burocrazia. Ho fatto domanda per il congedo maternità, alla fine sembra che ho diritto a qualcosa: mi tengono il posto e mi danno un assegno con l'80% del mio stipendio per cinque mesi anche se sono cococo (che parola ridicola). E' meglio di niente, ma è stata una caccia al tesoro per capire come fare! All'ufficio del personale mi hanno detto: noi non ne sappiamo niente, veditela tu con l'Inpgi (una specie di Inps). Alla fine sono riuscita a trovare le informazioni e finire tutte le pratiche giusto il giorno prima che il mio capo partisse per le vacanze.

A proposito di ferie, per le mie devo aspettare il 15 agosto (e poi dal 28 sarò in maternità fino a febbraio!), ma già le prime fughe al mare me le sono concesse. Questo finesettimana poi c'erano i cavalloni e anche sul litorale romano, con un po' di fantasia, sembrava di stare in California. Ecco quindi due bagni grandiosi, il primo incontro ravvicinato di Piccolé con le onde da quando è "grandicella". 

Ad aprile, quando abbiamo fatto il bagno a Ischia la gravidanza si vedeva appena, ora invece si vede e si sente (pure troppo). E così, quando ho preso la rincorsa per tuffarmi, mi sono sbilanciata in avanti e mi sono sfracellata sulle onde a due metri dalla riva rigorosamente di panza. Sul momento ho continuato a giocare e spruzzarmi con A. che, nonostante sia quasi un metro e 90 e pesi oltre 100 chili, per entrare in acqua fa sempre un sacco di storie e ci mette tre ore. Piccolé sembrava apprezzare, ma quando sono uscita avevo due o tre bozzi di più intorno all'ombelico e c'è voluto un po' prima che la situazione tornasse sotto controllo. Che spavento! Temevo di aver "ammaccato" la bambina per sempre.


martedì 1 luglio 2014

Teen, ormoni e formiche


Credo di avere un serio problema di indicizzazione sul web. Ho dato un'occhiata a quali ricerche su Google hanno portato nelle scorse settimane a questo blog. Escludo solo quelle di maggiore buon senso tipo C e A Dangefò o 40 settimane e mezzo. Le altre sono:

1 Ho mangiato per sbaglio formiche in gravidanza (e fin qui tutto bene, siamo in due!) e, sullo stesso tono, mangiare formiche vive fa male? (mi sa che sta diventando una moda).
2 Pearljam cose da fare in concerto (questa darebbe grandi soddisfazioni ad A.).
3 Vorrei sapere con behcg 624 si è incinta (andiamo sul tecnico spinto, mi dispiace, non lo so).
4 Blogger teen seghe (e così entriamo nell'hard, grazie per il teen, in ogni caso).
5 Fighe al vento (da Google educatamente interpretato come "figlie al vento", ma temo che sia fuori strada).

ps Da oggi faccio pace con Google, promesso. Ho tormentato il mio amico informatico per scoprire tutti i trucchi di scrittura per i motori di ricerca e ora il web non dovrebbe avere più segreti (o almeno spero). A noi due Internet!