venerdì 11 aprile 2014

Tutta colpa di un gelato


Sta finendo la sedicesima settimana, la mia pancia è ancora camuffabile di giorno, ma sorge alla sera come una piccola luna piena. Si è spenta intanto la fame perenne che nelle prime settimane mi portava a mangiare in continuazione (era così forte che mi svegliavo alle quattro di notte in cerca di cibo, avevo preso l'abitudine di addormentarmi con una banana sul comodino). 

In tanti mi chiedono se ho "le voglie". E' difficile rispondere, perché mi sembra di avercele sempre avute! Di solito, però, non posso assecondare troppo la mia gola o esploderei di ciccia. Adesso invece… diciamo che ho una buona scusa. Ma sono meno golosa del solito, solo una cosa la mangerei sempre: il gelato. Non è una grande novità, insieme alla pizza bianca e alla cioccolata è una mia passione, e adesso mi andrebbe proprio sempre. Chissà se sono queste le famose voglie.

La fornaia (e spacciatrice di pizza bianca) mi ha raccontato che lei è nata proprio per colpa di un gelato. Mi ha detto l'altro giorno, con il suo leggero accento straniero:
- Mia mamma aveva sempre voglia di gelato, ma non era possibile trovarlo. Ecco che finalmente si avvicina il primo maggio, che da noi era una festa importantissima. E fin dal giorno prima c'era la fiera con le bancarelle e anche il gelataio. I miei si sono messi in coda, c'era tantissima gente e a un certo punto il gelato stava per finire così tutti hanno iniziato a spingere e sgomitare. Quella notte mamma è stata male, e io sono nata settimina. Hai capito, per un gelato! -
- Vicky, ma dov'è che sei nata? -, le chiedo.
- In Romania - e aggiunge subito dopo, con evidente orgoglio - ma non ho un goccio di sangue rumeno! Sono metà russa e metà ungherese -. Strano come un po' di razzismo spunta anche quando proprio non te lo aspetti. 

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